La corsa bolognese più competitiva e prestigiosa compie 40 anni e non tradisce le aspettative, 522 atleti arrivati, un livello tecnico altissimo (ovviamente riferendomi al periodo storico attuale), un percorso iconico e un’ottima organizzazione dell’Acquadela. Vittoria in campo maschile per Luis Matteo Ricciardi dell’Atl. Imola Sacmi Avis in 35:12 mentre in campo femminile vittoria per Marika Accorsi del Cus Parma in 37:54 per quanto riguarda la classifica di società vittoria dei “campioni in carica” del Passo Capponi con 60 atleti iscritti. Per quanto mi riguarda un 380esimo posto in 58:03 (57:46 di real time) senza lode e senza infamia. Serata veramente calda e afosa, saggiamente gli organizzatori aprono il ristoro ampiamente prima dello start, Daniele Menarini sempre eccellente al microfono e Via De Coubertin si riempie velocemente di atleti in attesa dello start. Pronti e via e i “puledri” prendono subito un ampio margine sul resto del gruppo, giro attorno allo Stadio Renato Dall’Ara, Via Saragozza e all’altezza di Villa Spada si sale per Via di Casaglia, qui la società Passo Capponi ha piazzato il primo punto tifo per caricare tutti gli atleti in gara. Si sale per 5 km poi tornante secco e si prende Via di Monte Albano, ormai la luce del giorno è sparita e si inizia a vedere Bologna illuminata dall’alto (è questa la magia della Casaglia San Luca), appena la strada spiana c’è il ristoro di metà percorso quanto mai provvidenziale col caldo e l’umidità della serata, si scende per un paio di km e si torna a salire. La Basilica di San Luca spicca ancora di più in tutto il suo splendore nel buio del percorso, alla fine della salita “si vede la luce” grazie al colpo di genio dei due Capponi Paolo e Luciano, uno vestito da prete che “benedice” con una lampada e l’altro vestito da frate che “battezza” tutti con l’effige di San Luca (che in realtà è la foto di Luca Nozzi del Passo Capponi). Si arriva così alla Basilica di San Luca dove una ragazza dell’organizzazione tiene in mano la tabella kilometrica N° 8 e incita tutti per gli ultimi 2 km di discesa, prima parte di discesa impegnativa, poi arrivano le mitiche Orfanelle dove la discesa si fa addirittura proibitiva e poi ancora giù a rotta di collo fino all’Arco del Meloncello. Il Passo Capponi piazza il secondo punto tifo e carica tutti gli atleti per lo sprint finale, arrivo sotto l’arco con un discreto pubblico, medaglia e pacco gara molto interessante con sacca porta scarpe, bottiglietta d’acqua, confezione di caffè ma soprattutto dei bellissimi ed utili manicotti. Mentre sul palco si susseguono le ricche premiazioni, ottimamente orchestrate da Daniele Menarini, nella tenda del Passo Capponi è andato in scena un maestoso terzo tempo che è durato, come sempre, ben oltre lo “spegnimento delle luci” dell’organizzazione. Concludo facendo i complimenti all’Acquadela per l’ottima organizzazione e gli auguro di arrivare alle 100 edizioni della Casaglia San Luca perché è veramente una corsa prestigiosa e magica. Tiratina di orecchie per i troppi “bomber” bolognesi assenti ingiustificati, anche perché se i competitivi bolognesi non corrono a Bologna è veramente molto triste, poi lo so anch’io che la sportina romagnola è più attraente e facile da portare a casa. Applausi a tutto il Passo Capponi per la partecipazione in massa alla gara, ai tanti che sono venuti a fare il tifo per tutti gli atleti in gara (sottolineerei il per tutti, merce sempre più rara nel bolognese) e per l’interminabile terzo tempo a dimostrazione che quando le persone stanno bene insieme non vorrebbero mai andare a casa.
E’ questo il podismo che piace a me